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Published: August 12, 2016
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Cannabis medicinale
Il dolore cronico è un male difficile da trattare. Un qualsiasi medico specialista vi dirà che il dolore non può essere curato, ma bensì trattato, con il fine di aiutare il paziente a gestirlo nel miglior modo possibile. Da anni, la principale arma di difesa contro i dolori sono i farmaci oppiacei. Quali sono i risultati? Numerose forme di tossicodipendenza da oppiacei e sempre più decessi da overdose correlati a queste medicine.
La Cannabis potrebbe essere altrettanto efficace? Potrebbe aiutare le persone a combattere la tossicodipendenza? Diamo un'occhiata insieme a questo interessante argomento:
Lesioni o errori chirurgici possono danneggiare i nervi, generando il cosiddetto dolore neuropatico. Quando ciò accade, i nervi tendono ad andare in tilt, inviando ripetuti segnali di dolore al cervello, pur in assenza di uno stimolo esterno. Il dolore neuropatico può variare da soggetto a soggetto, ma per la maggior parte delle persone si manifesta come un fastidio costante, che può essere avvertito sotto forma di bruciore, formicolio, lieve dolore o fitta lancinante.
Un team di ricercatori canadesi di una clinica del dolore sita in Montreal venne a sapere che una piccola percentuale dei suoi pazienti era solita usare Cannabis con i tradizionali farmaci antidolorifici. Visti i risultati, il team decise di osservare con occhio scientifico la potenziale efficacia di questa pianta. Selezionarono così 45 pazienti e, in modo casuale, iniziarono a somministrare un placebo e Cannabis, a concentrazioni di 2,5%, 6% e 9,4% di THC, senza per questo interrompere la cura con le normali medicine.
I pazienti non erano al corrente della varietà che stavano consumando ad ogni trattamento con Cannabis, ma fu detto loro di usare ogni campione 3 volte al giorno per cinque giorni consecutivi, prima di passare alla successiva varietà. Inoltre, ai partecipanti furono date indicazioni ben precise sul loro utilizzo: inalare una volta per 5 secondi, trattenere per 10 e, quindi, espirare.
Ben poche persone decisero di abbandonare lo studio, in quanto privo di effetti collaterali rilevanti. I livelli di dolore medio furono ridotti a 6,1, su una scala di 10, dopo la somministrazione del placebo, e a 5,4 dopo la somministrazione delle varietà più forti d'erba.
Sebbene non ci sia una grande differenza in termini di cifre, quando si soffre di dolori costanti, anche il minimo sollievo diventa un traguardo importante. I ricercatori conclusero che la Cannabis ha effettivamente proprietà analgesiche (che alleviano il dolore), ma bisognerebbe comunque inserirla nelle terapie come trattamento complementare e non come sostituto di un tradizionale antidolorifico.
In Israele è già permesso l'uso di Cannabis per alleviare i dolori di alcune condizioni debilitanti. Tuttavia, i ricercatori dell'Università di Ben-Gurion vollero capire se la Cannabis poteva migliorare in qualche modo la qualità della vita dei pazienti affetti da dolore.
I ricercatori selezionarono 2000 pazienti, con e senza cancro, che erano soliti usare Cannabis per alleviare i propri dolori e li intervistarono per due anni. La maggior parte (99,6%) dei partecipanti aveva deciso di provare la Cannabis a fini terapeutici perché i tradizionali farmaci o non aveva funzionato o avevano dato effetti collaterali poco gradevoli. Quando finirono di raccogliere tutti i dati, i ricercatori scoprirono che la Cannabis aveva effettivamente influenzato la vita dei partecipanti.
La Cannabis, infatti, non solo aveva ridotto i dolori dei partecipanti, ma aveva anche migliorato il loro stato mentale generale, oltre ad aver alleviato molti altri sintomi. Nel corso di questo studio, solo un 10% dei partecipanti decise di interrompere la terapia a base di Cannabis, a causa dei suoi effetti collaterali.
Nel 2012, oltre 26 milioni di persone in tutto il mondo vennero accusate di aver abusato di sostanze oppiacee su base regolare, arrivando a manifestare una vera e propria tossicodipendenza. Le morti accidentali per overdose da oppiacei stanno crescendo ad un ritmo allarmante. Curiosamente, le overdose sono diminuite di quasi un 25% negli Stati degli USA dov'è stata legalizzata la Cannabis, rispetto invece alle politiche più restrittive portate avanti da altri Paesi.
In un progetto basato sulla marijuana terapeutica chiamato Canna Care Docs, condotto in Massachusetts, vennero presi in considerazione questi risultati e, oggi, si stanno applicando trattamenti con la Cannabis per combattere la dipendenza da una vasta serie di farmaci, tra cui quelli oppiacei, rilassanti muscolari e benzodiazepine. Finora, sono stati trattati oltre 80 pazienti. La somministrazione di Cannabis ha permesso di gestire meglio i sintomi e di ridurre progressivamente la loro dipendenza da altri farmaci. Il tasso di successo è stato del 75%.
Anche se alcune persone sostengono che questa pratica non farà altro che sostituire una droga con un'altra, nessuno può negare che la Cannabis è sicura, provoca meno effetti collaterali e non porta ad alcuna forma di overdose. Se non altro, una medicina di questo tipo potrebbe già salvare numerose vite umane.
Anche se in California e in molti altri Stati si sta usando da anni la Cannabis per trattare sia dolori che dipendenze, in forma non sempre ufficiale, il Maine potrebbe essere il primo Stato ad aggiungere la tossicodipendenza da eroina e da antidolorifici nella lista delle condizioni trattabili con marijuana a fini terapeutici.
In una recente audizione pubblica, oltre 30 persone residenti nel Maine hanno ufficialmente testimoniato alle autorità governative che la Cannabis li ha aiutati. Le testimonianze più rappresentative sono state quelle di Britney Lashier, una ragazza di 23 anni che ha riconosciuto che la Cannabis le è stata d'aiuto per superare una tossicodipendenza da eroina, e Joseph Legendre, un uomo di 50 anni che ha raccontato di aver ottenuto benefici dall'uso della Cannabis, dopo 26 anni di mal di schiena cronico.
A prescindere dai ricercatori o governi nazionali a favore o in disaccordo, le persone come me o te, consumatori di Cannabis, sono consapevoli di quanto si possa trattare il dolore cronico o ridurre le dosi di antidolorifici con questa pianta. La ricerca sta ormai confermando quelle che fino a pochi anni fa erano solo testimonianze aneddotiche. Possiamo quindi sperare che questa alternativa possa presto diventare sicura, efficace, disponibile e legale per tutti quanti.