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Published: September 9, 2015
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Quando si parla di Cannabis nel Regno Unito, ben pochi politici britannici sono disposti a farsi avanti per sostenere il progresso di questa pianta. Tuttavia, questa mentalità sembra destinata a cambiare, grazie ad un movimento interpartitico chiamato "Tutti i Gruppi Parlamentari Uniti per la Riforma nella Politica delle Droghe". Questo comitato ha richiesto al governo britannico di rivalutare l'attuale modello di proibizionismo.
In una recente dichiarazione, il comitato interpartitico ha ammesso che gli esperimenti per comprovare la validità dei modelli di regolarizzazione dovrebbero essere "incoraggiati" in tutti i Paesi membri delle Nazioni Unite, a partire dal Regno Unito.
"In funzione dei risultati che si otterranno dalle opportune valutazioni, bisognerà considerare le eventuali riforme per disporre le linee guida con cui regolarizzare la Cannabis e, forse, altre sostanze attualmente sotto controllo".
La co-presidente del gruppo, la baronessa Meacher, ha esortato i ministri di prendere seriamente in considerazione la sperimentazione di un modello di regolarizzazione, per consentire al governo centrale di controllare, testare ed etichettare tutta la marijuana venduta.
Ci si augura che tale riforma porti ad una "riduzione delle misure punitive e delle rigide normative sulla proibizione, per impegnarsi con maggiore enfasi sui diritti umani, sulla salute pubblica e sul benessere sociale".
L'obiettivo è quello di seguire le orme del Portogallo, dove sono state depenalizzate tutte le droghe, permettendo al Paese di ridurre sensibilmente i livelli di tossicodipendenza, di overdose e di tutte le malattie ad esse correlate.
Ciò significa che il Regno Unito potrebbe legalizzare presto la Cannabis? Lo dubitiamo. Comunque sia, resta una notizia incoraggiante a conferma del fatto che la mentalità britannica sta cambiando e che l'attuale governo non potrà più dare le spalle a tali evidenze. L'insistenza con cui si sta richiedendo l'approvazione di questa riforma è sempre maggiore e il prossimo governo dovrà fare i conti con un'agguerrita pressione sociale.