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Published: May 24, 2016
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Informazioni Cannabis
La parola "marijuana" è un termine ampiamente usato nel linguaggio comune inglese, pur avendo origini piuttosto recenti. Inoltre, la parola in sé porta ancora un certo stigma sociale quando vuole fare riferimento alla specie vegetale Cannabis. A causa di questa immagine negativa, il termine marijuana resta ancora piuttosto controverso nella cultura cannabica moderna, o almeno a nostro modesto parere.
Alcune organizzazioni e mezzi di comunicazione sono arrivati addirittura a sostenere che la parola marijuana potrebbe nascondere un significato razzista. Ma perché questo nome ha una così cattiva reputazione e per quale motivo è ancora fonte di accese discussioni? Da dove proviene la parola marijuana? Cerchiamo di scoprirlo insieme, analizzando nel dettaglio la sua interessante storia.
Molti sostengono che la parola marijuana provenga dall'America Latina, più precisamente dal Messico. Tuttavia, alcune antiche testimonianze potrebbero far risalire questo termine a culture ancora più lontane. Non si può certo discutere sul fatto che la parola marijuana abbia forti radici messicane, ma alcuni storici pensano che potrebbero essere stati i cinesi a dare il nome a questa pianta. Infatti, secondo alcuni scritti, i coloni cinesi sbarcarono sulla costa occidentale del Sud America, dove portarono con sé la Cannabis, da loro stessi chiamata "ma ren hua", che significa "fiore del seme di canapa". I messicani locali, che interagirono con questi primi coloni, furono suscettibili a questa nuova parola, di cui si appropriarono per indicare questa pianta, trasformandola con gli anni in "mariguana".
Ma come ha fatto la parola "ma ren hua" ad evolvere fino a diventare marijuana, un termine ormai usato da tutto il mondo occidentale?
La parola marijuana è emersa solo di recente nella cultura occidentale. Prima del 1910, anno della rivoluzione messicana, la parola più usata era Cannabis. In quell'epoca, i medici erano soliti prescrivere tinture ed estratti di Cannabis per trattare diversi disturbi di salute. Questa pianta era considerata una vera e propria medicina.
La sub-cultura che conosciamo oggi, più interessata all'uso dell'erba con fini puramente ricreativi non esisteva ancora, per quanto Cannabis e hashish iniziassero già a prendere sempre più piede negli ambienti dei ricchi signori ed intellettuali del tempo. La guerra civile scoppiò in Messico nel 1910. Quasi 900.000 messicani emigrarono negli Stati Uniti, in cerca di un rifugio lontano dal caos generato nella loro stessa patria natia. Furono proprio queste ondate di emigranti messicani in fuga dalla guerra a portare la parola mariguana negli USA.
L'elevato numero di messicani che iniziò ad invadere le frontiere con gli Stati Uniti fomentò le paure ed i pregiudizi dei cittadini statunitensi del sud-ovest. Questo sentimento anti-messicano, con i suoi forti pregiudizi ed intolleranze, fu responsabile delle prime leggi contro la marijuana approvate dagli Stati Uniti. Una valida strategia per controllare una popolazione di immigranti sempre più numerosa. Non fu infatti un caso se i primi Stati degli USA a proibire l'uso di marijuana furono proprio quelli confinanti con il Messico.
I media statunitensi iniziarono ad associare la Cannabis con tutto il male della società, per non demonizzare solo l'erba, ma per colpire anche chi ne faceva uso. I giornali americani ostentavano titoli sui pericoli della "locoweed". La marijuana, la "droga dell'omicidio", era ormai diventata una sostanza capace di compromettere sia la mente che il corpo. Dopo poco tempo, 29 Stati degli USA avevano già proibito questa droga.
Ma per quale motivo iniziò a diffondersi la parola marijuana, oggi usata nel linguaggio comune, quando invece il termine inglese più usato fino ad allora era Cannabis? Ebbene, le azioni di Harry J. Anslinger dovrebbero facilmente chiarire questo dilemma.
A quel tempo, Harry J. Anslinger era il direttore dell'FBI. Questa figura di spicco non solo odiava la marijuana, ma era anche estremamente razzista. Non poteva certo lasciarsi scappare l'occasione di denigrare le minoranze etniche demonizzando la Cannabis. Portando avanti una vera e propria campagna del terrore contro la Cannabis, e sfruttando esclusivamente la parola messicana marijuana (la cui pronuncia americana era mariguana), riuscì a convincere i cittadini statunitensi ad aver paura degli immigranti per il loro ipotetico uso di una droga estremamente pericolosa.
La marijuana suonava molto più minacciosa e pericolosa, rispetto al termine più scientifico di Cannabis. Sfruttando questa parola, e le paure che poteva generare, iniziò così a diffondersi questo termine in tutto il mondo occidentale, marcando un forte significato dispregiativo. Il fatto che venga ancora oggi utilizzato, pur avendo perso la sua connotazione razzista e "anti-immigranti", dimostra quanto si possa manipolare una parola con il fine di associare una sostanza all'odio e alla paura.
"Negli Stati Uniti ci sono 100.000 fumatori di marijuana. La maggior parte di questi sono negri, ispanici, filippini e gente dello spettacolo. La loro satanica musica, jazz e swing è il risultato del consumo di marijuana. Questa marijuana spinge le donne bianche a cercare rapporti sessuali con negri, gente dello spettacolo e molti altri ancora."
"La marijuana è una droga che produce in chi la consuma follia, criminalità e morte."
"La marijuana è la droga che sta generando più violenza in tutta la storia del genere umano."
La parola marijuana aveva umili origini, del tutto letterali, ma, con il passare degli anni, fu rimaneggiata e sfruttata per demonizzare sia una droga che una popolazione intera. Per questo motivo preferiamo usare il termine Cannabis rispetto a marijuana qui da Zativo. Pur trattandosi di una parola legata ad un lontano passato, continua a riferirsi ad un concetto associato, in passato, all'odio e alla paura.